lunedì 17 febbraio 2014

Gli alunni consigliano: Nati (5°)


Tabucchi, Antonio. “Sostiene Pereira”. Ed. Feltrinelli. Milano1994
A. Tabucchi (Pisa 1943 – Lisbona 1994) scrittore italiano e professore di lingua e letteratura portoghese nell’ università di Genova e di Siena-
Innamorato del Portogallo, viveva una parte dell’anno lì e l’altra parte in Italia.
Collaborò con diversi giornali e scrisse numerose opere: racconti, saggi e romanzi.
Tra le più importante: “Il gioco del rovescio”, “Notturno indiano”, “Requiem”, “Sostiene Pereira”,”La testa perduta di Damasceno Monteiro” ecc…
Sostiene Pereira” è un romanzo storico che si svolge a Lisbona nel 1938. Il protagonista è un giornalista d’età matura, vedovo, che vive da solo e parla di solito con il ritratto di sua moglie. Pereira lavora nella sezione di cultura del giornale “Lisboa”. Quando conosce Monteiro Rossi, decide di farlo diventare il suo collaboratore; di preciso dovrà fare necrologi degli autori dei capolavori della letteratura internazionale. Il giovane arrivato dalla Spagna (nel mezzo della guerra civile) è pronto a scrivere, però vuole rendere i lettori consapevoli della situazione di lotta per la libertà che si vive in Portogallo, in Spagna ed anche in Europa. Pereira non vuole impegnarsi in politica, ma la morte violenta del giovane per mano della polizia salazarista farà sì che Pereira prenda una importante decisione.
Il romanzo comincia con la frase: “sostiene Pereira”, che si ripete spesso in tutto il libro, perché l’autore vuole riflettere una testimonianza davanti a un giudice; infatti il titolo è “Sostiene Pereira. Una testimonianza”.
L’autore usa un linguaggio chiaro e semplice che prende subito i lettori.
Tabucchi ha ricevuto il premio Campiello per “Sostiene Pereira” e la critica lo ritiene uno degli scrittori italiani più importanti.
C’è anche un bel film con lo stesso titolo interpretato da M. Mastroianni.

2 commenti:

  1. Nati, sará uno di quei libri che leggerò quest'estate. Ho sentito parlarne parecchie volte ma non ho mai deciso di cominciarlo.
    Grazie per il consiglio.
    Isabel

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  2. Sono d'accordo con Nati, e inoltre, Lisbona non è stata la stessa per me dopo avere letto il romanzo. Non è possibile percorrere L'avenida da Liberdade o vedere qualsiasi Caffè senza pensare al Caffè Orchidea dove il grasso giornalista Pereira beveva la sua solita limonata o mangiava la sua favorita omelette alle erbe aromatiche. Tutto avvolto dall'atmosfera malinconica e tragica di quell'estate.

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